Aprile dolce dormire…NON PER I COLIFORMI!!!

Nelle ultime settimane molti allevamenti del Nord Italia sono stati interessati da frequenti casi di mastiti cliniche.

È stata una full-immersion di telefonate, visite, analisi dati e quasi sempre il risultato è stato: picco di casi clinici con classici sintomi da Coliformi.

CHE COSA È SUCCESSO?

E.Coli e Klebsiella sono batteri Gram negativi, di origine fecale sempre presenti nell’ambiente di stalla.

La mastite causata da questi patogeni è la più temuta dagli allevatori per la sintomatologia clinica grave che spesso comporta: drastica riduzione della produzione di latte che si presenta acquoso con rigonfiamento del quarto interessato.

Nell’80% dei casi la mastite da E.Coli si risolve con terapia antinfiammatoria e reidratante.

Nel 10%, a seguito della liberazione delle tossine rilasciate dalla parete cellulare del patogeno quando viene  attaccato dalle difese immunitarie dalla vacca, oltre ai sintomi a livello mammario si verifica comunque un risentimento generale. Per questi casi è necessario il ricorso a una terapia antibiotica sistemica.

Nel rimanente 10% si manifesta la forma più grave. Cessa la produzione lattea, rallenta la ruminazione e spesso la vacca resta a terra con febbre e scarsa reazione agli stimoli. Questa è la situazione di massima gravità e porta alla perdita del quarto e a volte alla morte dell’animale.

VENIAMO ALLE SCORSE SETTIMANE…

I grandi sbalzi di temperatura tra notte e giorno hanno abbassato il livello delle difese immunitarie delle vacche, soprattutto delle più suscettibili, spesso definite “sentinella”. Si sono manifestati casi di influenza, a volte con episodi di diarrea, deleterie per l’igiene di cuccette e lettiere e soprattutto per il livello di imbrattamento della mammella. Quindi, se consideriamo che i batteri ambientali, primo fra tutti E.Coli seguito poi da Klebsiella, hanno trovato le condizioni ottimali per moltiplicarsi ed il rischio di infezione è aumentato, e sommiamo la riduzione delle difese immunitarie delle bovine, troviamo la combinazione perfetta che spiega il picco di casi clinici.

Nei confronti di questa categoria di ‘nemici’, la prevenzione e l’intervento tempestivo e mirato nella gestione del caso clinico rappresentano l’unica strategia gestionale possibile.

Gli allevatori più attenti, infatti, nonostante l’aumento dei casi clinici, non hanno avuto alcun rialzo cellulare evidente nel latte di massa. Questo evidenzia la tempestività di intervento sulle vacche problema e vale anche e soprattutto per tutti gli altri batteri appartenenti alla categoria degli ambientali, in particolare gli Streptococchi che spesso manifestano sintomi lievi e mastiti di tipo subclinico.

La cura e la gestione degli ambienti di stabulazione e la disinfezione in sala di mungitura sono comandamenti che non ci si stanca mai di ripetere ma che diventano cruciali in periodi sfavorevoli come sono state le scorse settimane.

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