ASCIUTTA SELETTIVA

Il primo trattamento antibiotico in asciutta risale agli anni ‘50 e da allora questa pratica ha segnato una svolta nella gestione e prevenzione della mastite, avviando un processo di miglioramento del livello di cellule somatiche negli allevamenti senza precedenti.

Finora lo scopo del trattamento alla messa in asciutta è stato duplice:

1. cura delle vacche con infezioni mammarie a fine lattazione

2. prevenzione delle nuove infezioni durante la fase di asciutta.

L’entrata in vigore del Regolamento Europeo 6/2009 cambierà l’approccio razionale finora seguito e, se non in casi eccezionali, vieterà l’utilizzo di prodotti antibiotici come profilassi. Questo comporta il passaggio dalla terapia a tappeto in asciutta (definita dagli Americani ‘blanket dry cow treatment’ ) alla cosiddetta e famosa “asciutta selettiva” (SDCT).

Quali sono i criteri da seguire per definire quali bovine trattare e come prevenire le nuove infezioni per non rischiare di compromettere la salute delle vacche e la qualità delle produzioni?

La risposta corretta alla domanda riportata è che “Di fatto non esistono indicazioni univoche valide per ogni allevamento”.

Norma Arrigoni – Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lombardia Emilia-Romagna – suggerisce che una vacca può non essere trattata con antibiotico alla messa in asciutta se dimostra i seguenti requisiti:

• assenza di mastite clinica in lattazione

• Conta cellule somatiche sempre inferiore a 200.000

• Assenza di infezioni, anche subcliniche, al momento della messa in asciutta diagnosticata tramite      PCR o esame batteriologico, quarto per quarto.

L’asciutta selettiva rappresenta quindi un percorso ancora non praticabile da tutti gli allevamenti del nostro Paese e non privo di rischi dal punto di vista della prevenzione delle nuove infezioni.

Proprio per questo diventano capisaldi imprescindibili:

• Attenta gestione e cura dell’igiene degli spazi in asciutta e al parto, oltre che in lattazione

• Uso del sigillante interno e formazione del personale dedicato all’applicazione

• Adeguata gestione e nutrizione della fase di transizione

• Capacità manageriali e registrazione delle informazioni e degli eventi aziendali.

Solo con il miglioramento delle misure di profilassi e prevenzione della mastite, la disponibilità di dati e registrazione degli eventi a livello aziendale, la formazione del personale, l’assistenza tecnica e la collaborazione tra professionisti sarà possibile ridurre l’uso dei trattamenti antibiotici con buoni risultati, come già sta succedendo in altre parti del mondo.

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